Vincenzo degli Azani da Pavia (?1519-1557) - Da testimonianze di contemporanei risulta nato a Pavia, dove abitava prima di andare a Palermo. S'ignora l'anno di nascita, da situarsi probabilmente nell'ultima decade del secolo XV o poco prima. È ricordato a Palermo nel 1519, 1520 data in cui sembra essersi allontanato dalla città per un soggiorno a Roma. Ciò gli valse l'appellativo di "Romano". Durante la permanenza nella capitale, divenne uno degli allievi di Raffaello ed instaurò rapporti con Polidoro. Con questi poi si trasferì definitivamente a Palermo nel1529 ove morì nel 1557.
Dalle opere rimaste è possibile arguire che ad una prima educazione lombarda, si sovrappose in modo discontinuo la conoscenza di sigle e schemi compositivi dei seguaci di Raffaello, tra cui Cesare da Sesto. La risultante fu un'arte talvolta macchinosa nelle grandi pale, ma immediata nel segno e di grato sapore cromatico, specie negli sfondi e nelle piccole figure di questi e delle predelle, di evidente gusto manieristico. Le opere documentate o sicuramente attribuibili si conservano per la maggior parte a Palermo.
Tre sono le opere realizzate per la Chiesa di S. Cita, oggi alla Galleria Nazionale della Sicilia, Palazzo Abatellis: Pietà, Deposizione, Predella del Trasporto al Sepolcro; Altra deposizione della Croce. Al Museo Diocesano di Palermo: S. Antonio Abate e storie della sua vita, già nella Chiesa di S. Maria in Valverde.
Sempre alla galleria Nazionale della Sicilia, sono esposte altre tre opere realizzate per la Chiesa di S. Cita: due di Pietro Novelli: Comunione di S. Maria Egiziaca e Presentazione di Maria al Tempio, ed una di Mario Laurito: Disputa di S. Tommaso.