Paolo Amato (1634-1714). Sacerdote, architetto e teorico nonché progettista di apparati decorativi in molte delle più importanti chiese della città, si pone come il grande protagonista della decorazione barocca a Palermo. Nominato architetto del Senato della città, per quaranta e più anni si occupò di videare e disporre tutte le ornamentazioni delle quali si arricchiva la città, durante le ricorrenze celebrative, in particolar modo, le feste di Santa Rosalia: archi, carri trionfali, apparati scenici per i fuochi di artificio, per questo motivo è definito. “l’architetto della Santuzza- S. Rosalia”.
Attraverso la sua opera che si intitola La nuova pratica di prospettiva si può rilevare l’assoluta padronanza che l’Amato aveva in fatto di geometria, di ottica, di arti grafiche, di plastica e di pittura, nonché la profonda conoscenza della filosofia, della mitologia e della storia dell’Antichità.
Il primo lavoro compiuto dall’Amato nella Chiesa di Santa Maria di Valverde fu quello di renderne simmetrico l’insieme che aveva tre soli altari laterali, creando una quarta cappella che si disse poi del Carmine o dell’ Udienza.
L’Amato ideò tutto il disegno composito, affidando un ruolo fondamentale alla colonna tortile, elemento architettonico ricco di significati simbolici. Egli concepì le quattro cappelle addossate alle parte e delimitate ciascuna da due possenti colonne in marmo rosso che dovevano risultare fuori dallo spazio e allineate direttamente lungo le pareti della navata. La trabeazione soprastante scorre così senza risalti e viene interrotta alle aperture inserite nelle lunette delle volte. Anche per lo spazio intermedio tra le cappelle, l’Amato rifiutò la tradizione e, assumendo una posizione decisamente anticorrente, aprì uno spazio al centro per collocare una grande tela circondata dall’ormai consueta sovrabbondante e ricca decorazione.