Jacopo Da Empoli (1551-1640). Nato a Firenze fu uno dei maggiori protagonisti di quella riforma pittorica che portò al superamento del manierismo. La sua educazione artistica circoscritta all’ambiente fiorentino, si perfezionò copiando le opere dei grandi maestri del primo Cinquecento. Negli ultimi decenni del cinquecento risentì delle influenze delle novità venezianeggianti.
Nel tempo della maturità la sua pittura diventa più nitida nei volumi e nella lucida limpidezza del disegno, si amplia nella forma ed ha una maggiore ricchezza della pennellata, un più ampio respiro nelle composizioni e nei tagli di scena, con effetto quasi stereoscopico della luce, caratteristiche tutte che emergono nell’opera Martirio di san Vincenzo di Saragozza, di San Giorgio dei genovesi.
La scena è tagliata in due divisa da una fredda balaustra di marmo: sulla centralità del bianco e sereno corpo illuminato di san Vincenzo, fa da sfondo una folla agitata di aguzzini, che usa cavalletto e fuoco tenuto accesso sotto il letto di uncini, mentre sullo sfondo, in ombra, emergono le figure dei perdenti: il governatore Daciano, sorretto solo da una colonna romana mozzata e un monumento dell’imperatore Diocleziano, anch’esso mozzato nella testa.